Amnesty International Italia lancia a Roma un nuovo gruppo di attivismo specializzato

Amnesty International Italia ha aperto un nuovo bando per la creazione di un gruppo di attivismo specializzato a Roma, con l’obiettivo di rafforzare la presenza sul territorio e sperimentare modalità innovative di mobilitazione per i diritti umani.

Il progetto si articolerà in due team complementari. Il primo dedicato alla creatività e alle strategie, pensato per chi vuole contribuire con idee, contenuti visivi, attività social, sviluppo di nuove forme di comunicazione e l’organizzazione operative di azioni di piazza in difesa dei diritti umani. Il secondo orientato invece alla partecipazione diretta alle azioni di piazza, per chi desidera essere sul campo, partecipare a mobilitazioni, campagne e azioni concrete in presenza.

L’obiettivo è coinvolgere le persone in un modello di attivismo più dinamico, che unisce competenze diverse e partecipazione diretta per rendere più visibili le istanze legate ai diritti umani. Non è richiesta esperienza pregressa: questo percorso punta soprattutto a valorizzare motivazione, partecipazione e capacità di lavorare in gruppo.

Possono candidarsi tutte le persone che vivono a Roma e desiderano impegnarsi per un cambiamento concreto. Il bando è aperto fino al 18 dicembre 2025.

“Con questo progetto vogliamo dare una nuova spinta alle mobilitazioni e azioni di piazza a Roma, valorizzando competenze e prospettive diverse. È un percorso sperimentale che punta a rendere ancora più visibile la nostra mobilitazione sul territorio e ad aumentare il nostro impatto per i diritti umani”, ha dichiarato Roberta Zaccagnini, responsabile Ufficio Attivismo di Amnesty International Italia.

Tutte le informazioni sono disponibili qui.

Milano, il modello di M4 contro le infiltrazioni criminali nelle grandi opere

Presentato all’Università Cattolica il primo studio empirico in Italia sui controlli di legalità nei lavori per la realizzazione dell’ultima linea della metropolitana cittadina.

Nonostante il continuo dibattito in Italia sul rischio di infiltrazioni mafiose nelle Grandi Opere, i numeri sui controlli antimafia negli appalti sono quasi sconosciuti. È per questo che il centro di ricerca Transcrime, il suo spin-off Crime&tech e M4 S.p.A. hanno condotto il primo studio empirico in Italia sui controlli di legalità in una Grande Opera: i lavori per la realizzazione della nuova ‘linea blu’ della metropolitana di Milano.

Lo studio, presentato in Università Cattolica a Milano mercoledì 3 dicembre, ha fatto luce sull’entità e complessità dei controlli necessari per il presidio della legalità in un’opera strategica e con cantieri diffusi sul territorio. L’analisi sulla filiera delle imprese e sulle maestranze permette di ragionare su fattori e strumenti per politiche efficaci di prevenzione delle infiltrazioni criminali, a beneficio di stazioni appaltanti, autorità e imprese in Italia.

Lo studio

La costruzione della Linea blu ha coinvolto oltre 1.300 imprese, quasi 4.500 contratti e più di 16.000 lavoratori, impiegati sui 15 km di cantieri diffusi sul territorio di Milano per oltre 10 anni.

I lavori sulla M4 si sono strutturati come una Grande Opera ‘a filiera corta’: oltre la metà (57%) dei lavori eseguiti è rimasta al primo livello di appalto.

Il 94% delle imprese coinvolte ha sede legale in Italia e, di queste, quelle lombarde hanno contribuito a più del 40% del valore delle opere. Le imprese del Centro-Sud Italia hanno contribuito a più del 30% del valore totale, con numerosi piccoli comuni che hanno beneficiato in modo rilevante dell’impatto economico delle commesse.

Il 67% dei lavoratori è nato in Italia, di cui circa il 17% ha più di 60 anni. Tra I lavoratori giovani importante è il contributo di quelli nati all’estero – prevalentemente in Albania, Romania ed Egitto – con una percentuale di under 30 quasi doppia rispetto alla rispettiva quota tra i lavoratori nati in Italia.

I lavori hanno richiesto oltre 5.400 verifiche antimafia, attivate da M4 in linea con il Protocollo di legalità sottoscritto nel 2014 con la Prefettura di Milano. Di queste circa il 40% delle verifiche è stato soddisfatto tramite iscrizione delle imprese in white-list antimafia.
Il restante 60% ha richiesto un’istanza di informazione liberatoria alle Prefetture, di cui Il 99,9% ha avuto esito positivo; solo in 6 casi (lo 0,1%) è stata emessa un’interdittiva antimafia.

I tempi medi delle risposte prefettizie sono stati di 117 giorni (4 mesi circa), con il 40% dei riscontri prevenuti oltre il limite normativo di 30 giorni, in un complesso bilanciamento tra gestione della legalità e tempi dei cantieri.

M4 ha inoltrato all’ANAC 35 segnalazioni per accertare la sussistenza di false dichiarazioni sui requisiti ex D.lgs. 163/2006: il 75% ha condotto all’applicazione di sanzioni economiche e alla segnalazione nel casellario informatico ANAC.

Il numero di sanzioni è diminuito nel tempo grazie a una maggiore diffusione della cultura della legalità tra le imprese coinvolte, facilitata anche dall’introduzione di una piattaforma proprietaria di monitoraggio (SILEG-M4), riconosciuta come misura incrementale antimafia dalla Prefettura di Milano e che può essere messa a disposizione a titolo gratuito per opere di pubblica utilità con convenzioni specifiche, facilitando i controlli antimafia a livello nazionale.

Lo studio presentato oggi è solo uno dei risultati del Protocollo di intesa firmato da M4 S.p.A., Transcrime – Università Cattolica e Crime&tech nel settembre 2024. La collaborazione ha portato inoltre all’applicazione esplorativa di un sistema innovativo di profilazione del rischio delle imprese coinvolti sui Lavori di M4 S.p.A., basato sugli indicatori di anomalia sviluppati nelle ricerche di Transcrime, che potrebbero essere applicati anche per prioritizzare e facilitare i controlli antimafia in opere future; allo scambio di know-how e informazioni tra la piattaforma  per i controlli di legalità di M4 S.p.A. (SILEG-M4) e gli strumenti di risk assessment di Crime&tech (come RISK VISIONER), sviluppati nell’ambito di precedenti progetti di ricerca (come il progetto DATACROS) e già utilizzati da autorità e imprese per la valutazione dei rischi di appalti e terze parti. Il protocollo porterà al potenziamento di questi strumenti a beneficio del sistema nazionale dei controlli antimafia.

Il professor Ernesto Savona, direttore di Transcrime ha evidenziato che «i dati messi in luce da questo studio sono molto utili per comprendere come gestire i controlli di legalità nelle Grandi Opere complesse e come migliorare il sistema antimafia nei lavori pubblici. Ad esempio, l’applicazione sperimentale di indicatori di rischio permetterebbe di definire le priorità nelle verifiche antimafia, ridurre i tempi di risposta delle autorità e quindi efficientare il bilanciamento tra controlli di legalità ed esigenze dei cantieri».

Grato della preziosa collaborazione con Transcrime e Crime&tech Alessandro Lamberti, presidente di Metro 4 S.p.A., ha dichiarato che «la Linea Metropolitana 4 non è stata solo una sfida ingegneristica, ma un impegno costante per elevare la legalità e la trasparenza a pilastri della nostra governance. La piattaforma SILEG-M4 è uno strumento fondamentale che ha garantito il rigoroso presidio dei cantieri e ha confermato che investire in legalità è la base per la sostenibilità delle Grandi Opere pubbliche in Italia».

Durante la tavola che è seguita alla presentazione dei dati Francesca Rizzi, responsabile Ufficio Protocolli di legalità, anticorruzione e trasparenza di M4 S.p.A., ha evidenziato il successo di controlli che hanno permesso che il 99,9% delle verifiche antimafia abbia avuto esito positivo, ma quasi la metà degli esiti arrivati con ritardi in media di quattro mesi ha richiesto per M4 l’assunzione di un rischio importante in fase di contrattualizzazione. Qui un margine di miglioramento c’è, perché l’impiego di indicatori di rischio permette di «avere un cruscotto per identificare i livelli di rischio e concentrarci, così, su quelle imprese che si collocano nella fascia di rischio alto tra quelle per le quali non è pervenuto l’esito della verifica».

Intervenendo nel dibattito il professore di Diritto penale e coordinatore dell’Alta Scuola “Federico Stella” sulla Giustizia penale Matteo Caputo è intervenuto su come bilanciare controlli di legalità ed esigenze di continuità dei lavori.

«Questa ricerca che nasce da un’esperienza complessa produce un significativo aumento di conoscenza sui controlli di legalità nella pratica – ha detto Caputo –. Spero che i risultati possano rappresentare una best practice per l’architettura dei controlli nelle Opere in Italia».

Lo studio presentato pone, grazie all’apporto della tecnologia, l’idea di una nuova compliance integrata. «Come vediamo nelle recenti indagini della Procura di Milano, ciò che sempre più spesso viene contestata alle imprese è la mancanza di controlli non solo all’interno, ma anche esterni sulla filiera – ha concluso Caputo –. Queste nuove tecnologie permettono un risparmio di tempi e di costi per allungare il braccio operativo e di controllo su tutta la filiera».

Scarica il Report di Transcrime

Fonte: Secondo Tempo – Cattolica News

La pace come via e non solo come meta

Ci sono parole che assumono un peso differente a seconda del contesto e del luogo in cui vengono pronunciate.

Le ultime parole di papa Leone prima di lasciare il Libano sono state: “Cessino gli attacchi e le ostilità̀. Nessuno creda più̀ che la lotta armata porti beneficio. Le armi uccidono, la trattativa, la mediazione e il dialogo edificano. Scegliamo la pace come via, non solo come meta!”

Un monito rivolto non solo al contesto libanese ma a tutto il mondo. E la speranza è che si realizzi e che anche il Vaticano e la sua diplomazia non abbiano sonni tranquilli fino a quando nel mondo ci saranno persone che muoiono uccise dalle bombe e dai proiettili di un conflitto.

Nella tradizionale intervista in aereo, a proposito del lavoro diplomatico della Santa Sede sul conflitto libanese ha affermato: “Il nostro lavoro non è una cosa pubblica che dichiariamo per le strade, è dietro le quinte. Una cosa che continueremo a fare per convincere le parti a lasciare le armi, la violenza. E arrivare al tavolo di dialogo. Risposte e soluzioni nonviolente che possono essere efficaci”.

Che Dio benedica quegli sforzi.

Mosaico dei giorni

“Ammazzare stanca”, il film che racconta la storia di Antonio Zagari al Cinema Nuovo di Varese

Sabato 6 dicembre alle ore 20.30 presso il Cinema Teatro Nuovo di Varese (Viale dei Mille 39), all’interno della rassegna “Un posto nel mondo – percorsi di cinema e documentazione sociale”, Filmstudio 90 APS e il coordinamento provinciale di Varese dell’associazione Libera co-organizzano una proiezione speciale del film “Ammazzare stanca. Autobiografia di un assassino”, con ospiti in sala il regista Daniele Vicari e gli attori Gabriel Montesi e Selene Caramazza.

Il nuovo film di Daniele Vicari, prodotto da Mompracem con Rai Cinema, presentato all’ultima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e nelle sale dal 4 dicembre con 01 Distribution, mette in scena l’omonima autobiografia di Antonio Zagari, ex ‘ndranghetista in provincia di Varese negli Anni Settanta e Ottanta. Il libro è edito da Compagnia Editoriale Aliberti.

“Ammazzare stanca. Autobiografia di un assassino” è la storia di un ragazzo che si ribella al proprio destino criminale. Antonio Zagari, figlio di un boss calabrese trapiantato in Lombardia, capisce di non essere adatto alla malavita: uccidere per lui è fisicamente insostenibile. A poco più di vent’anni, dopo aver ammazzato, rapinato, rapito, finisce in galera. Dove decide di fermare tutto: scrivendo.

Sarà presente in sala il giornalista Gianni Spartà, che nel 1992 incontrò Zagari in carcere a Varese, ricevendo il testo del memoriale del pentito, e che è stato coinvolto dalla produzione del film per la sua importante testimonianza diretta.

Interverranno Elena Borgo, referente di Libera Varese, e Giulia Milani, neolaureata in Storia e Storie del Mondo Contemporaneo presso l’Università dell’Insubria, con la tesi “Varesotto sotto sequestro: ‘Ndrangheta, rapimenti e maxiprocesso tra cronaca e rivelazioni del primo infame (1954-1997)” con relatore il professor Antonio Maria Orecchia e co-relatore il giornalista Marco Croci.

La serata sarà occasione per riflettere e confrontarsi sulla presenza della ‘ndrangheta di allora e per tracciare in breve lo stato attuale delle cose anche alla luce dei recenti processi.

Biglietto intero €8,00, ridotto per soci Filmstudio 90, soci Libera, soci ARCI, over 65 e under 18 €6,50, ridotto per soci under 25 €4,00. Biglietti acquistabili in prevendita sul sito Webtic

Il film sarà in programmazione presso il Cinema Teatro Nuovo da giovedì 4 dicembre, ma solo la proiezione di sabato 6 dicembre alle ore 20.30 avrà la partecipazione degli ospiti.

Per maggiori informazioni filmstudio90@filmstudio90.it e Instagram filmstudio_90

Fonte: VareseNews


“Libertà di informazione ieri e oggi”, Milano 10 dicembre con Ranucci, Botteri e De Biasio

Cari amici,

il mese scorso ci avete segnalato i vostri luoghi legati alla Resistenza a Milano. Noi ne abbiamo selezionati alcuni e abbiamo raccontato le loro storie in podcast, che entrano a far parte del progetto “Milano: memoria e futuro dei diritti”, realizzato con il contributo del Comune di Milano all’interno dell’iniziativa “Milano è Memoria” .

Presenteremo la nuova serie durante l’evento “Libertà di informazione ieri e oggi” il prossimo mercoledì 10 dicembre, in occasione della Giornata Mondiale dei Diritti Umani, all’Associazione Lombarda dei Giornalisti (via Montesanto 7, Milano), siete invitati a partecipare!

Interverranno i giornalisti Sigfrido Ranucci, Giovanna Botteri e Danilo De Biasio, che modererà l’incontro.

Ingresso libero fino a esaurimento posti.
Prenotazione consigliata su Eventbrite
Fondazione Diritti Umani


Qui il progetto e i podcast delle edizioni precedenti.


“Vecchie e nuove mafie tra locale e globale”: in Calabria il terzo Convegno Nazionale SISMA

Il 4 e 5 dicembre 2025 l’Università della Calabria ospiterà il Terzo Convegno Nazionale della Società Scientifica Italiana degli Studi su Mafie e Antimafia (SISMA), dedicato al tema “Vecchie e nuove mafie tra locale e globale”.

L’iniziativa, organizzata con il contributo del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali e del Dipartimento di Scienze Aziendali e Giuridiche, riunirà studiosi, ricercatori ed esperti provenienti da atenei e istituzioni italiane per discutere dinamiche, trasformazioni e prospettive dei fenomeni mafiosi e delle strategie di prevenzione e contrasto.

Il programma prenderà il via giovedì 4 dicembre con una plenaria di apertura che proporrà interventi di inquadramento storico, sociologico e giuridico. Nel pomeriggio si svolgeranno le prime sessioni parallele dedicate a temi chiave quali prevenzione e contrasto amministrativo-giudiziario, cultura e rappresentazioni delle mafie, processi di genesi e riproduzione delle organizzazioni criminali, e nuove forme di antimafia.

Venerdì 5 dicembre i lavori proseguiranno con ulteriori panel e sessioni di approfondimento su cyber crime e tecnologie digitali, economia criminale, infiltrazioni nei territori e nella pubblica amministrazione, evoluzioni normative e strumenti innovativi di contrasto.

Scarica il programma dettagliato.
Per informazioni: info@sismastudi.it – www.sismastudi.it

Recepimento Direttiva europea anti SLAPP, sulle querele temerarie occasione persa secondo OdG

La Camera dei Deputati ha votato la delega al governo per recepire la Direttiva Europea contro le SLAPP (Strategic Lawsuits Against Public Participation) le azioni giudiziarie intimidatorie contro giornalisti e persone attive nel dibattito pubblico. Netto il commento del presidente nazionale dell’Ordine dei giornalisti.

“Quella fatta dal Parlamento sulle querele temerarie, con il semplice recepimento della direttiva Ue, è una scelta deludente”, afferma Carlo Bartoli all’ANSA. “Avevamo chiesto l’estensione delle norme operative anche all’Italia (e non solo alle questioni transfrontaliere come espresso nella Direttiva, ndr) e lo avevamo detto anche al ministro Piantedosi nel tavolo sulla sicurezza dei giornalisti. Registriamo una scarsa attenzione del Parlamento al tema delle querele temerarie, e la decisione assunta è un’occasione persa. Bisogna dire  che si è molto solleciti nell’approvare norme restrittive sulla stampa, mentre si è sempre molto restii a fare il contrario”.

Il fatto

Ok Camera a recepimento direttiva sulle querele temerarie

(ANSA) – ROMA, 03 DIC – La Camera ha approvato a maggioranza l’articolo che delega al governo l’adozione di “uno o più decreti legislativi” per recepire la direttiva europea sulle querele temerarie, mettendo nero su bianco, la definizione delle “questioni con implicazioni transfrontaliere” (così come richiamato dalla direttiva). Un punto contestato dalle opposizioni: secondo Pd e M5s rende meno tutelati i giornalisti italiani che hanno a che fare con querele temerarie italiane. Il ministro agli Affari Ue, Tommaso Foti, ha rimarcato che il “perimetro” è quello fissato dalla stessa direttiva recepita. L’articolo è contenuto nella legge di delegazione in esame a Montecitorio. (ANSA).

Ordine dei Giornalisti