Chiesa di Milano, il Discorso alla città e le celebrazioni Santambrosiane

Ecco il programma degli eventi e delle celebrazioni in programma nella Basilica di Sant’Ambrogio (piazza Sant’Ambrogio 15, Milano) nei prossimi giorni (vedi qui la locandina).

Mercoledì 3 dicembre: alle 21 concerto dell’Orchestra sinfonica di Milano.

Venerdì 5 dicembre: alle 18 l’Arcivescovo, monsignor Mario Delpini, rivolge il Discorso alla città e alla Diocesi nel contesto dei primi Vespri votivi in onore di sant’Ambrogio: una riflessione indirizzata in particolar modo ad amministratori pubblici, politici e responsabili del bene comune che vivono e operano nel territorio della Diocesi di Milano. Questi il titolo e il sottotitolo del Discorso di quest’anno: «Ma essa non cadde. La casa comune, responsabilità condivisa».

Diretta su RaiTre a cura della Tgr regionale, con commenti e approfondimenti giornalistici; in forma integrale, senza commenti su Telenova (canale 18 del digitale terrestre), Radio Marconi, www.chiesadimilano.it e youtube.com/chiesadimilano.

In precedenza, alla presenza di monsignor Delpini e delle autorità, avrà luogo l’inaugurazione solenne di «Ambrosius. il tesoro della Basilica».

Domenica 7 dicembre, solennità di Sant’Ambrogio: alle 10 il canto delle Lodi; alle 10.30 la Santa Messa pontificale presieduta dall’Arcivescovo; altre Sante Messe alle 9, 12.30, 17 (presieduta dall’Abate di Sant’Ambrogio, monsignor Carlo Faccendini, e preceduta alle 16 dal solenne canto del Vespro) e 19.

Lunedì 8 dicembre, solennità dell’Immacolata Concezione: alle 12 Santa Messa capitolare in lingua latina presieduta dall’Abate; altre Sante Messe alle 9, 10.30 e 19; alle 17.30 solenne canto del Vespro.

Info: www.basilicasantambrogio.it

Giornata Mondiale del Suolo. Lombardia: nell’ultimo anno il 35% del consumo a carico del 2% dei comuni della regione 

5 dicembre 2025 Giornata Mondiale del Suolo, il consumo di suolo in Lombardia: nell’ultimo anno il 35% del fenomeno è stato a carico del 2% dei comuni della regione. 

Sotto la lente i dati ISPRA: tra i fenomeni più macroscopici, la proliferazione di poli logistici, data center, sviluppi residenziali, centri commerciali, oltre a infrastrutture per la mobilità e per le Olimpiadi Milano Cortina 2026.

Legambiente: “Il consumo di suolo non si ferma, mancano norme e pianificazioni efficaci. In Lombardia occorre investire sulla filiera della riabilitazione delle aree dismesse.”

Il 5 dicembre torna la Giornata Mondiale del Suolo promossa dalla FAO che, per l’edizione 2025, ha introdotto un tema sfidante: “Suoli sani per città sane” (Healthy Soils for Healthy Cities): l’invito è a prestare attenzione al suolo dove questo è più scarso e, anche per questo, più prezioso, perché proprio nelle città il suolo può offrire il meglio di sé, se ne viene tutelata la presenza  e lo stato di salute.

La salute del suolo è l’obiettivo prioritario della direttiva europea sul suolo (Soil Monitoring Law), approvata lo scorso mese, che dovrà informare anche l’evoluzione della disciplina di tutela nei Paesi Membri, chiamati  a recepire la direttiva nel loro ordinamento entro i prossimi due anni.

Un suolo sano custodisce un ecosistema complesso, dal cui equilibrio dipende la vita di tutti gli organismi terrestri, favorendo una maggiore resilienza agli effetti della crisi climatica: se il suolo scompare o non è sano, il verde deperisce e, in definitiva,  l’ambiente urbano diviene sempre più vulnerabile.

Al riguardo, Legambiente ha raccolto in un decalogo di principi e regole da seguire per tutelare lo stato di salute dei suoli nelle nostre città, in cui al primo punto c’è ovviamente l’esigenza di conservare e, se possibile, aumentare la dotazione dei suoli nelle città, fermando così il consumo di suolo.

La Lombardia

Lo scenario regionale lombardo che emerge dal rapporto ISPRA 2025 (Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici), che riporta i dati delle trasformazioni avvenute tra il 2023 e il 2024, evidenzia però che il consumo di suolo, più che le grandi città lombarde, tende ad affliggere i comuni di piccole e medie dimensioni, terreno di caccia privilegiato per gli operatori economici che hanno bisogno di realizzare in tempi rapidi il loro business. In assenza di un quadro legislativo chiaro e prescrittivo, il livello comunale è quello in cui la discrezionalità che informa l’azione amministrativa è più suscettibile alle pressioni dei gruppi immobiliari.

“Tutelare la salute e l’estensione di suolo libero non è un’opzione, ma un percorso obbligato,” spiega Damiano Di Simine, responsabile scientifico di Legambiente Lombardia. “Il consumo di suolo non si fermerà, in assenza di norme efficaci. I dati lombardi, assai preoccupanti, dovrebbero spingere l’istituzione regionale non solo a consolidare le tutele esistenti, ma anche a investire progettualità e risorse economiche sulla filiera della riabilitazione delle aree dismesse, necessaria per offrire agli operatori alternative economicamente praticabili rispetto alla rapina dei suoli ancora liberi.”

Un dato interessante che emerge dal rapporto ISPRA è che il consumo di suolo non si distribuisce in modo omogeneo, ma tende a concentrarsi: ben il 35% del consumo di suolo lombardo è avvenuto all’interno di trasformazioni che hanno interessato appena trenta comuni, il 2% dei comuni della regione.

Nel resto dei territori compaiono le ordinarie piccole e medie trasformazioni, registrate nella maggioranza dei comuni lombardi. Legambiente, con l’aiuto dei suoi ottantatré circoli territoriali, è andata a vedere, provincia per provincia, cosa è successo l’anno scorso in Lombardia nei trenta comuni più voraci di suolo. I dati (espressi in ettari di suolo consumato) si riferiscono esclusivamente a quanto cantierizzato tra il 2023 e il 2024.

Le province lombarde

In provincia di Bergamo il capoluogo si fa notare per episodi di espansione urbana che riguardano vari interventi, tra cui i cantieri per la nuova metrotranvia della Val Brembana. Le espansioni dell’aerostazione e degli insediamenti commerciali connessi riguardano anche i vicini comuni di Orio al Serio e Seriate, mentre nelle aree dell’Isola Bergamasca e della bassa pianura si segnalano per importanza le nuove logistiche a Filago, Osio Sotto e Calcinate.

In provincia di Brescia i cantieri della nuova linea ad alta velocità stanno lasciando impronte importanti nel paesaggio dei colli morenici, tra Calcinato, Lonato e Desenzano, mentre ampliamenti di sedimi e piazzali industriali nella zona di Ospitaletto e nuove infrastrutture viarie a Montichiari contribuiscono al dato di consumo di suolo di questi due comuni.

In provincia di Cremona spicca il piccolo comune di Pessina Cremonese, per gli ampliamenti connessi alla crescita di un grande allevamento intensivo.

In provincia di Mantova continua a svilupparsi a spese della campagna il distretto logistico lungo l’autostrada del Brennero tra il capoluogo di provincia e San Giorgio Bigarello, mentre a Marmirolo si segnalano ampliamenti industriali insieme a nuove installazioni fotovoltaiche.

In provincia di Milano spicca il nuovo grande Data Center in costruzione nelle campagne di Noviglio, mentre nel capoluogo le grandi trasformazioni riguardano in particolare il “PalaItalia” (ora Arena Santa Giulia) in via di ultimazione per le Olimpiadi invernali. Il dato di San Vittore Olona è da riferirsi alle vasche di laminazione di recente ultimazione, mentre Bollate si segnala per importanti interventi di sviluppo immobiliare che stanno saturando gli spazi residui della prima cintura urbana. Abbiategrasso ha realizzato un nuovo polo commerciale e direzionale nella sua periferia nord ovest, mentre a Cusago sta prendendo forma un grande quartiere residenziale, destinato ai ‘milanesi in fuga’ dalla città, al pari di quanto sta accadendo nelle campagne dal lato opposto della città metropolitana, a Gessate.

In provincia di Monza, un un territorio già saturo di urbanizzazioni, si riescono ancora a trovare terreni agricoli da rosicchiare, ma a Carnate risalta la grande vasca di laminazione. In attesa che arrivi il vero ecomostro, lo sventramento di Pedemontana che sta aprendo i suoi cantieri.

In provincia di Pavia, i nuovi consumi di suolo riguardano la logistica, come a Bressana Bottarone, o gli ampliamenti di cave, nel caso di Pieve del Cairo, ma anche impianti fotovoltaici (in questo caso si dovrebbe parlare di suolo ‘in prestito’ più che definitivamente consumato), come a Verretto.

Anche la provincia di Sondrio non è esente da consumi di suolo. La preparazione dell’evento olimpico si fa sentire a Livigno, dove si evidenzia l’impatto dei cantieri per nuove piste e impianti per sport invernali, ma anche a Samolaco, in Valchiavenna, dove il consumo di suolo si associa ai cantieri per la nuova strada Trivulzia e l’ampliamento delle connesse cave.

In provincia di Varese, infine, il consumo di suolo si associa a importanti deforestazioni: è avvenuto a Casorate Sempione, per la nuova bretella ferroviaria Gallarate-Malpensa, e a Busto Arsizio, dove sono partiti i cantieri per la nuova variante della SP341, in direzione Samarate-Malpensa.

In tre province, stando all’ultimo rapporto ISPRA, nel 2024 non ci sono stati episodi macroscopici di consumo di suolo: si tratta delle lariane Como e Lecco, e della provincia di Lodi. Qui il fenomeno si è svolto solo nella forma ‘molecolare’ delle piccole e medie trasformazioni, registrate nella maggioranza dei comuni lombardi.

“Lo sviluppo diseguale del consumo di suolo è frutto di dinamiche di mercato e di scelte infrastrutturali che il territorio è costretto a subire,” denuncia Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia. “Il fenomeno mette in luce anche quanto il principio di discrezionalità dell’azione amministrativa sia troppo spesso inteso da alcuni comuni come una licenza di consumare suolo, soprattutto quando a spingere sono grandi gruppi, spesso multinazionali, della logistica industriale e del settore Big Tech legato ai data center.”

I 30 comuni lombardi ‘mangiasuolo’ nel 2024

Dati in ettari, Ha, variazione 2023-2


024
www.legambientelombardia.it

Libertà di stampa, da Bari l'appello di Ifj e Fnsi: «L'informazione nel mondo è a rischio»

Guerre, minacce ai cronisti, lavoro precario, indipendenza economica dei giornalisti. Questi alcuni dei temi al centro della riunione in Italia del Comitato esecutivo del sindacato internazionale dei giornalisti, che ha anche lanciato un nuovo appello affinché sia consentito alla stampa internazionale di entrare a Gaza.

Un nuovo appello per consentire ai giornalisti di tutto il mondo di entrare a Gaza e negli altri scenari di guerra, ma anche un richiamo alla difesa dei diritti del lavoro giornalistico. Sono i due temi principali emersi nel corso dei lavori del Comitato esecutivo della Federazione internazionale dei giornalisti (Ifj), riunito per due giorni al Ciheam di Valenzano (Bari), il 2 e il 3 dicembre 2025. Venticinque i giornalisti provenienti da tutto il mondo per partecipare ai lavori.
Tra questi anche Nasser Abu Baker, presidente del Sindacato dei giornalisti palestinesi, che durante la conferenza stampa convocata mercoledì 3 dicembre al termine dei lavori del Comitato ha ricordato i «crimini di guerra perpetrati dall’esercito israeliano». Fra questi le uccisioni di almeno 256 giornalisti, diventati un obiettivo dichiarato dell’esercito israeliano, ma anche dei coloni, della polizia e dei servizi di sicurezza.
«Un bavaglio alla stampa palestinese ‘colpevole’ di aver documentato quanto avviene da due anni a Gaza. Un bavaglio attuato anche colpendo famiglie e abitazioni dei giornalisti, molti dei quali incarcerati, e chiudendo decine di emittenti radio televisive. Questo sostegno e questa solidarietà da parte della Federazione internazionale dei giornalisti e, con essa, della Fnsi sono molto importanti per continuare a denunciare i crimini che avvengono in Palestina», ha detto Abu Baker.
«Da gennaio del 2024 la Fnsi ha cominciato a scrivere all’ambasciata israeliana che i giornalisti non sono un bersaglio e devono poter lavorare tranquillamente», ha ricordato Alessandra Costante, segretaria generale della Federazione nazionale Stampa italiana. «Stiamo portando avanti una proposta da presentare alle istituzioni europee per equiparare i giornalisti agli operatori della Croce Rossa. In questo modo vogliamo dare ai giornalisti inviati nei territori di guerra una tutela in più. L’ultimo atto è stato un appello al governo italiano, ma anche all’Europa affinché facciano pressione sul governo israeliano per fare entrare i giornalisti internazionali a Gaza, teatro di una barbarie indicibile», ha ribadito Costante.
«È stata dichiarata guerra alla libertà di stampa», ha affermato la presidente della Ifj, Dominique Pradalié, ricordando i giornalisti ammazzati e incarcerati in varie parti del mondo, a cominciare da quanto sta avvenendo nella striscia di Gaza. Non a caso proprio Ifj e Sindacato dei Giornalisti Francesi hanno presentato la scorsa settimana una denuncia legale contro Israele per presunta ostruzione del lavoro dei giornalisti francesi nei territori palestinesi. Denuncia presentata all’ufficio del procuratore antiterrorismo di Parigi, appellandosi ad una norma del Codice penale francese: l’obiettivo è ottenere la condanna di Israele per aver ostacolato la libertà di informazione.
«La denuncia è stata l’ultimo tentativo di fare pressione su Israele affinché apra Gaza alla stampa internazionale», ha dichiarato il segretario della Ifj Anthony Bellanger, che ha ringraziato la Fnsi per il sostegno dimostrato in questa battaglia e ha manifestato supporto ai giornalisti italiani che hanno scioperato lo scorso 28 novembre.
«Durante questi due giorni di lavori – ha rilevato Raffaele Lorusso, componente del Comitato esecutivo della Federazione internazionale dei giornalisti – si è parlato di questioni legate alla difesa della libertà di stampa, ma anche di difesa dei diritti del lavoro dei giornalisti. Una professione sempre più precaria e sempre più debole. Situazione che in Italia conosciamo da tempo. Siamo reduci da uno sciopero dell’intera categoria indetto per rilanciare la nostra battaglia sul rinnovo del contratto nazionale giornalistico. Questo è uno dei temi affrontati in questi due giorni, assieme alla richiesta a governo italiano e istituzioni europee per consentire l’ingresso dei giornalisti nei teatri di guerra, a cominciare dalla Palestina».
Non solo guerra nell’agenda della missione barese della Ifj. Un altro tema centrale è quello del diritto dei giornalisti a non essere ricattabili dal punto di vista economico. «Un giornalista economicamente ricattabile è un giornalista debole. Per questo motivo abbiamo scioperato. Uno sciopero non politico, ma sindacale, per garantire ai giornalisti che verranno di avere gli stessi diritti di chi fa oggi questo mestiere. La concorrenza contrattuale ha già devastato la categoria. Autonomi e parasubordinati sono i più poveri fra i nostri colleghi, per i quali noi ci battiamo», ha detto ancora Costante.
Ha inviato il proprio saluto ai componenti del Comitato anche Luca Scandale, commissario dell’Agenzia Regionale del Turismo Pugliapromozione. «L’arrivo dei giornalisti da tutto il mondo a Bari in occasione del Comitato esecutivo della Federazione Internazionale dei Giornalisti – ha evidenziato – oltre ad essere un presidio di democrazia per la libertà di stampa, per la Puglia rappresenta una opportunità per far conoscere il territorio e rafforzare la destinazione turistica». (mf)

@fnsisocial

Milano 5 dicembre: “Insieme si può”. Dialogo tra don Luigi Ciotti e don Massimo Mapelli

Venerdì 5 dicembre, alle ore 20:30, l’Associazione per il Refettorio Ambrosiano OdV propone una serata dedicata alla legalità e in particolare alla lotta alla mafia, i beni confiscati e restituiti alla comunità.

Dialogo tra don Luigi Ciotti e don Massimo Mapelli, autore del libro “Insieme si può” (In Dialogo, 2025) sull’esperienza di Libera Masseria, luogo sottratto all’illegalità e oggi spazio di solidarietà e cultura.

Ingresso libero sino a esaurimento posti.

Per iscriversi all’evento: iscrizioni@perilrefettorio.it

Associazione per il Refettorio Ambrosiano OdV


https://www.liberainformazione.org/2025/04/30/insieme-si-puo-libera-masseria-il-sogno-incontra-la-giustizia/


ExtraLibera 5 dicembre, reading concert “Non sopporto le cose storte”

“Non sopporto le cose storte” di Andrea Carnì con le musiche dal vivo di Fabio Macagnino è un reading concert dedicato alla vicenda delle “navi a perdere” e della battaglia civile del capitano Natale De Grazia, assassinato nel 1995.

De Grazia lavorava nel pool investigativo sul traffico di rifiuti tossici e radioattivi della Procura di Reggio Calabria. Il 12 dicembre 1995 è in missione per rendere dichiarazioni in tribunale rispetto alle indagini su imbarcazioni affondate nel Mediterraneo cariche di rifiuti. Muore improvvisamente dopo aver mangiato in un ristorante a Salerno. La famiglia avrà accesso ai risultati dell’autopsia 10 anni dopo. Solo nel 2012, viene accertata la morte per ingestione di sostanze venefiche.

Il progetto nasce dal lavoro di Andrea Carnì, ricercatore e docente di Criminalità organizzata all’Università Statale di Milano, che ha studiato per anni migliaia di documenti e oltre sessanta faldoni giudiziari. La sua ricerca, premiata nel 2022 dalla Fondazione Falcone come miglior tesi di dottorato, ha dato vita a due libri. Insieme al cantautore Fabio Macagnino, ha intrecciato musica e dialetto calabrese, ritmo e memoria. Libertà, riscatto e giustizia ricordano la scelta necessaria tra indifferenza e responsabilità, tra silenzio e parola.

Roma, ExtraLibera

Venerdì 5 dic 2025, ore 21:30

“Non sopporto le cose storte”

Reading con Andrea Carnì e le musiche dal vivo di Fabio Macagnino

Lo spettacolo è preceduto dalla premiazione congiunta Clorofilla-Antropocine alle ore 20.00, che designerà i vincitori delle due rassegne. A proclamare i vincitori di Antropocine film Fest sarà la giuria composta da Gaia Scorza Barcellona (giornalista Green&Blue di Repubblica), Julianne Biasi (artista), Edoardo Casoli (docente dell’Università Sapienza), Emanuele Genovese (Fridays for future), Daniela Poggi (attrice).

Info e prenotazioni

Per ulteriori informazioni e prenotazioni possibile scrivere a eventi@libera.it o telefonare al numero 06/69770361. L’evento inizierà alle 19.30, è consigliato l’arrivo in tempo utile per prendere posto in sala. ExtraLibera è in via Stamira 5, raggiungibile con i mezzi pubblici, a pochi passi dalla fermata della metro B Bologna, e a 5 minuti dalla stazione FS Tiburtina .

Il 5 dicembre con le scuole e la cittadinanza di Cesenatico il racconto delle 'Storie di vittime innocenti di mafia'

Venerdì 5 dicembre Cesenatico (FC) ricorda e si confronta sulle storie delle vittime innocenti di mafia con un doppio appuntamento organizzato dal Comune in collaborazione con Avviso Pubblico, Libera e la Biblioteca Comunale.

Protagonisti:

  • il Sindaco Matteo Gozzoli;
  • Valeria Scafetta, giornalista, collaboratrice di Avviso Pubblico, autrice di ‘Storie di vittime innocenti di mafia‘, Beccogiallo editore
  • Marisa Fiorani, testimone, famigliare di una vittima innocente delle mafie, madre di Marcella Di Levrano;
  • Franco Ronconi, coordinatore provinciale di Libera.

Insieme incontreranno gli studenti, la mattina alle 10.30 presso il Palazzo del Turismo (Viale Roma 112).

Nel pomeriggio animeranno un dibattito alle 16.30 presso il Museo della Marineria (Via Armellini 18).

Evento a ingresso libero e gratuito, organizzato dal comune in collaborazione con l’associazione Libera, Avviso Pubblico e la Biblioteca comunale.

La biblioteca ringrazia la famiglia di Roberto Lucchi per il prezioso supporto e la generosità che ha consentito la realizzazione di questo evento.


Sanità in Sicilia, Totò Cuffaro finisce agli arresti domiciliari

“Noi abbiamo Enna, Palermo e Siracusa”: non sapeva di essere intercettato dai carabinieri del Ros Salvatore Cuffaro, ex presidente della Regione Siciliana, e disegnava così, meticolosamente, la mappa della spartizione dei posti di comando nelle aziende sanitarie della regione.

Oggi per decisione del Tribunale di Palermo Cuffaro è finito agli arresti domiciliari con altre due persone, l’ex manager dell’azienda sanitaria palermitana “Villa Sofia Cervello” Roberto Colletti e il direttore del “Trauma center” dell’ospedale Antonio Iacono. Per altri tre degli indagati il tribunale ha disposto il  divieto temporaneo di esercitare attività imprenditoriali e direttive.

Salvatore Cuffaro aveva scontato cinque anni per favoreggiamento alla mafia ed era stato poi scarcerato nel 2015.

Un mese fa le indagini dei carabinieri avevano consentito alla Procura di Palermo di formulare una richiesta d’arresto per l’ex presidente e altri 17  dei 18 indagati. Richiesta che – come si  vede – il tribunale ha accolto solo parzialmente. E comunque la gip Carmen Salustro pur non ravvisando il reato di associazione per delinquere, contestato dalla Procura, ha valutato severamente i comportamenti di Cuffaro ricostruiti dalle indagini.

L’ex governatore avrebbe “…con pervicacia e spregiudicatezza, sistematicamente sfruttato il potere politico da più parti riconosciutogli e approfittato delle conoscenze dirette esistenti con pubblici ufficiali, dallo stesso reputati influenzabili in ragione del supporto politico garantito, per assecondare e favorire le richieste avanzate da privati, concludendo accordi illeciti, con grave compromissione dell’interesse pubblico”.

Di conseguenza la gip ha considerato che si possa “escludere l’occasionalità della condotta”e ha giudicato “…anche in considerazione delle precedenti condanne dalle quali l’indagato risulta gravato – che ne connotano in termini di pericolosità la personalità – elevato il rischio che, in assenza di un adeguato presidio cautelare, Cuffaro possa reiterare fattispecie di reato analoghe a quelle in provvisorio addebito…”

E del resto, secondo i Pm della procura guidata da Maurizio De Lucia, le frasi  captate nel corso delle intercettazioni, erano  una chiara manifestazione di “influenza e ingerenza nella gestione strategica dei posti di maggiore responsabilità nel mondo della sanità regionale”.

Ma quali  erano,  secondo  i magistrati della Procura di  Palermo, le finalità  delle manovre di  Cuffaro?

“Sono di immediata intuizione – avevano scritto i Pm – e vanno ravvisate nell’enorme quantità di risorse economiche, e non solo, che circolano in questo settore, sulla cui regolamentazione, gestione e normazione, peraltro, la competenza è regionale”.

Nel documento la Procura spiegava che, stando a quanto era emerso dalle indagini non era stato concepito solo il disegno di indirizzare le nomine di un terzo delle figure “negli enti amministrativi regionali, nei settori nevralgici della sanità, ma anche degli appalti e delle opere pubbliche, ma anche la conclusione di accordi corruttivi, stipulati nell’ambito di gare e concorsi pubblici, tra l’altro e, in particolare, nel settore sanitario”.


https://www.liberainformazione.org/2025/11/05/corruzione-e-sanita-in-sicilia-nelle-carte-su-cuffaro-anche-il-ponte-sullo-stretto-di-messina/
https://www.liberainformazione.org/2025/11/04/sicilia-appalti-truccati-nella-sanita-la-procura-di-palermo-chiede-larresto-dellex-governatore-cuffaro/